Analisi IRI e opinioni dei partecipanti su conserve e condimenti

CibusLab

Svecchiare la categoria e guardare ai consumi dei più giovani. Questa secondo Manuela Polli, head of business di F.lli Polli, la strategia che dovrebbe adottare il mondo delle conserve alla luce dei dati emersi dall’analisi di Iri nel workshop di Cibuslab “Conserve e condimenti, la tradizione italiana sugli scaffali della Gdo”. “Noi produttori abbiamo un compito complesso – ha osservato – perché la categoria è molto affollata, ha un assortimento ampio e profondo. Lavoriamo diversi frutti della terra e alla fine il consumatore apprezza anche altre tipologie di verdure oltre a carciofi e funghi. Per ottenere maggiori risultati dobbiamo però rivolgerci maggiormente ai giovani. Non solo – ha proseguito – potrebbe darci una mano anche la distribuzione, organizzando diversamente gli scaffali, magari per marchio anziché per sottocategoria. Dare un’identità alle etichette potrebbe essere importante anche per la private label, è difficile trovare un giusto trade off fra referenza e distinguibilità. La categoria è comunque in crescita, nonostante la sua lunga storia c’è e ottiene risultati”.

Un tema quello degli scaffali evidenziato anche da Pietro Lobascio, direttore vendite retail di D’Amico: “Uno scaffale limitato genera confusione – ha detto – la logica di esposizione per segmento di mercato deve essere rivista. Deve essere per brand, più semplice e di chiara lettura, così ne beneficerebbe anche la private label che ha una quota di mercato rilevante. L’analisi mi rinfranca perché ci sono elementi comuni con le aziende con le quali condividiamo sensibilità e difficoltà”.

Angela Fiordelisi, responsabile sales di Fiordelisi Srl ha invece affermato: “Mi ha incuriosito come, anche in questo comparto, la marca del distributore stia prendendo piede agli occhi del consumatore. La categoria infatti non è giovanissima, ha grandi nomi dell’industria che fanno da trend agli occhi dei consumatori. Come per altre categorie la marca del distributore inizia ad essere importante, prescindendo dal grande marchio. Altro aspetto di rilievo è quello della qualità a cui i consumatori fanno sempre più attenzione guardando con fiducia ai confezionati come prodotti selezionati e controllati”.

Per Sabrina Mancini, responsabile marketing di Madama Oliva, “I dati relativi al supermercato e al discount sono in linea con quelli del comparto”. “Anche noi – ha rivelato – ci stiamo muovendo per cercare di realizzare linee che possano andare incontro alle nuove richieste del mercato. La spinta promozionale è la stessa leva che abbiamo dovuto utilizzare lo scorso anno e che usiamo ancora”.

Nello scaffale il distributore può differenziare – ha ripreso Pietro Poltronieri, responsabile MDD Crai Nazionaleperché pur avendo forti complessità questa categoria è molto ampia. Andrebbe gestita con una logica da menu di ristorante, variando i prodotti ed evitando che il consumatore si stanchi. Dev’essere uno scaffale dinamico, capace di alternare prodotti durante l’anno per non fargli perdere appeal. Un’altra difficoltà è quella di fornire una chiave di lettura coerente alla categoria dato che magari dieci scaffali hanno posizionamenti diversi. Tenderà comunque a crescere perché è diventata di destinazione”. Poltronieri ha poi definito quella degli aceti una categoria “satura e piatta, che nell’ultimo anno ha avuto un boost significativo grazie all’alcol per la detergenza ma con prodotti che hanno accusato forti difficoltà di presenza in scaffale. Capiremo più avanti se il prodotto, che è a battuta molto bassa, resterà o rientrerà nei ranghi diminuendo come peso sugli scaffali. Come per l’olio – ha proseguito – che ha avuto una forte sedimentazione verso l’alto con le monocultivar, lavorando su invecchiatura e ricette potrebbe percorrere la stessa strada, non legata al luogo ma alla tipologia. Un cambio di gestione da servizio a sviluppo potrebbe portare a una crescita”.

Di “Una categoria piatta, sulla quale è aumentato l’interesse per l’aceto di alcol” ha parlato anche Valter Di Felice, direttore commerciale di Scelgo, che ha dichiarato: “Confermo la grande attenzione su tutto quello che può essere prodotto premium. Il balsamico, che viene presentato in questa fascia, gode di minor pressione promozionale mentre il classico ha avuto un’impennata nel 2020 e oggi si attesta su un dato flat. Per quanto riguarda il ruolo del distributore confermo l’importanza del layout e di come si possono argomentare certi prodotti. Stiamo riscontrando gli stessi trend che vediamo per una parte dei prodotti sottaceto, con maggior attenzione ai momenti di consumo e una crescita su certi tipi di size. C’è fame di innovazione anche in riferimento ad un prodotto ben conosciuto in Italia, notiamo un aumento della richiesta”.

Andrea Maggioni, direttore commerciale marketing di Delicius Rizzoli si è invece soffermato sul tensione dei prezzi e negoziazioni: “Industria e grande distribuzione in questo momento sono molto sensibili sull’argomento delle materie prime che investirà sia discount che supermercati. Sarà molto interessante – ha concluso – vedere come sarà recepito da private label e brand in un momento in cui il canale discount sembra avere maggior dinamismo rispetto agli altri formati”.

 

 

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