USA: grandi opportunità per le aziende italiane del settore
Il convegno “USA4CIBUS”, tenutosi l’8 maggio 2024 a Cibus in collaborazione con l’American Chamber of Commerce in Italy, ha affrontato il tema delle opportunità per le aziende italiane del settore food di investire negli Stati Uniti nell’era dell’Inflation Reduction Act – IRA, una serie di misure sulla riduzione dell’inflazione firmata nel 2022 dal Presidente Biden soprattutto per favorire gli investimenti nelle energie green.
Tenendo presente che oggi, con la vittoria del candidato repubblicano Donald Trump alla guida degli USA, l’IRA è a rischio, l’evento della scorsa primavera si è concentrato sulle iniziative a supporto degli investimenti industriali e sull’impatto della localizzazione di nuovi stabilimenti come leva per aprire opportunità commerciali concrete. Attraverso interventi di esperti e un dibattito con rappresentanti di aziende italiane di rilievo, è stato possibile analizzare le strategie adottate per accedere con successo a un mercato non solo grande, ma anche in crescita, con previsioni di aumento del 2-4% per l’anno corrente e dell’1,8% per il 2025.
Le opportunità per le aziende italiane sono significative e variegate. In apertura dell’incontro Antonio Cellie, CEO di Fiere di Parma, ha fornito una visione chiara delle sfide e dei vantaggi, enfatizzando l’importanza dell’export e la necessità di strategie di internazionalizzazione efficaci. Sottolineando che l’Italia sta affrontando un “inverno demografico” e che i consumi interni sono stagnanti, l’unica possibilità di crescita è rappresentata dall’export, aumentato in modo deciso negli ultimi dieci anni, passando da 24 a 64 miliardi di euro: il dato dimostra la capacità delle aziende italiane di competere a livello internazionale.
Cellie ha descritto il mercato alimentare statunitense come enorme, con un valore di oltre 1.500 miliardi di dollari. Per comprendere meglio la portata di questo dato, evidenziando la scala delle opportunità disponibili, si consideri che il mercato alimentare italiano – che rappresenta il terzo mercato in UE – non arriva ai 150 miliardi di euro.
Le aziende italiane devono necessariamente sviluppare modelli di internazionalizzazione più efficaci, per evitare di rimanere “ostaggi” di importazioni etniche o di operatori marginali nel commercio internazionale.
Il mercato USA è semplice da leggere, perchè ha modelli distributivi simili a quelli europei, il che potrebbe facilitare l’ingresso delle aziende italiane. Oltre a grandi rivenditori come Walmart, Target, Aldi, Costco e tanti altri esistono tantissimi operatori locali, che valgono il 14% della distribuzione: un’importante fetta del mercato tutta da scoprire.
Quello americano è un mercato conservativo, in cui i prodotti sono sempre gli stessi e appartengono al mondo delle proteine: confectionery snack, meat, dairy e vegetables. Negli ultimi 5 anni la crescita è stata soprattutto a valore e soprattutto su due categorie, daily/organic e prodotti premium.
Il mercato alimentare statunitense in sintesi presenta opportunità importanti per le aziende italiane, grazie alla sua crescita, dimensione e modelli di distribuzione simili, ma richiede anche strategie di internazionalizzazione ben pianificate.