Tatò Paride e la polarizzazione dei consumi

CibusLab

Tatò Paride: l’importanza di differenziarsi verso il trading-up

 

Se da una parte è corretto osservare le tendenze per analizzare il punto di vista del cliente e il suo orientamento come ha brillantemente operato Istituto Piepoli, dall’altra è necessario osservare i volumi effettivi che si registrano in distribuzione come ha spiegato IRI, poiché molto spesso questi mostrano uno scenario differente.” ha affermato Maurizio Schiraldi, direttore generale di Tatò Paride, esperto e stimato manager della GDO nell’ambito del webinar di Cibus Lab curato da GDONews e Fiere Parma “Primi piatti. Pasta, salse, sughi pronti e rossi: i colori dell’Italia nel mondo”. “Quando interpellato, il cliente parla di marche e si affida alla notorietà di alcuni brand, però di fatto molto spesso si rivolge al discount, come dimostra la crescita di questo canale, passato da un 6,5% ante 2000 ad un attuale 18%, che sale per esempio al 38% in Puglia e addirittura al 60% in alcuni centri della regione, come nel caso di Ugento, ridente località della costa pugliese dove stiamo aprendo un punto vendita”.

Non a caso sono più di 10 anni che i consumi si stanno polarizzando verso il trading up e il trading down. Schiraldi nella sua riflessione ha suggerito nuovi metodi comportamentali all’industria di produzione: “In ragione di questa polarizzazione se un pastificio rimane nel mid market si trova ad affrontare una negoziazione “muscolare” per la quale rischierà di uscire dagli assortimenti”. Appare dunque necessaria la capacità di conoscere i mercati e interpretare correttamente le tendenze, al fine di poter proporre prodotti nuovi ai consumatori, differenziandosi verso il trading up attraverso proposte a base di diversi cereali, formati ridotti e prezzi medi più alti. Le nicchie, come quella dei grani antichi (vedi Verna, Senatori Cappelli) rappresentano infatti mercati che crescono.

 

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(Direttore Generale  – Tatò Paride)

 

Il fatto che il 70% della pasta e dei rossi vengano comprati in promozione significa che i consumatori tendono a preferire la marca e che se dunque possono comprarla ad un prezzo più conveniente evitano di rivolgersi al discount. Una leva che diventa fondamentale per un produttore o un retailer, se si è fuori prezzo. In termini di qualità l’industria italiana può contare su una produzione nostrana eccellente, sia se ottenuta con grani italiani che con grani importati. La Legge 580 del 1967, infatti, obbliga a produrre pasta di solo grano duro con almeno il 13% di proteine. È dunque evidente che gli italiani, essendo i più grandi produttori di pasta al mondo (6 volte più della Russia, 3 volte più del Brasile e Stati Uniti) e dovendo dunque importare almeno il 30% di grano, vadano a scegliere solo materie prime di qualità, in grado di rispondere a questi specifici requisiti di legge.

I prossimi mesi del 2021 della Grande Distribuzione? Secondo Schiraldi, dopo i primi tre mesi dell’anno buoni e un maggio sofferente, da giugno la situazione tornerà ad essere positiva, fermo restando che la leva promozionale rimarrà un elemento molto importante, soprattutto laddove i distributori suddividono le piazze con i discount. Se nel primo quadrimestre 2020 essa era quasi sparita, dando origine ad un aumento notevole della spesa media, collegata anche alla rarefazione della frequenza di acquisto causata dalle limitazioni alla mobilità, presto tornerà ad essere certamente strategica, anche se ovviamente legata alle tipologie di strutture. L’ipotesi, secondo il Direttore Generale di Tatò Paride, è che aumenterà di uno o due punti percentuali ma che sarà fondamentale concentrarsi sull’efficacia per ridurne il perimetro.

 

 

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