Attualmente, nei vari canali della GDO, il Biologico ha un peso di circa il 3,6% a valore sul totale Alimentare. Lo rivela l’approfondimento IRI dedicato a Bio e Free From, specificando che “nel 2019 il macro segmento ha registrato un giro di affari di 1.650 milioni di euro con un andamento pari al +3,6%, un tasso annuo di crescita pari al +5,7% (CAGR) e più di 900 referenze per punto vendita”.
Sempre attenti alle novità e ai cambiamenti nei gusti dello shopper, i distributori negli ultimi anni hanno riservato ai prodotti Biologici uno spazio e un assortimento più ampio, rispondendo così alla tendenza del consumatore a prediligere maggiormente i prodotti Premium, a più alto valore aggiunto. “Dopo un periodo di Trading Down durato alcuni anni – si legge nel focus IRI -, a partire dal 2014 si assiste ad una fase di Trading Up del carrello”. In sostanza, il consumatore sembra propenso a “pagare un prezzo più caro a fronte di prodotti che diano la percezione di maggiore qualità, di maggior tutela del territorio o di garanzia di seguire un certo tipo di filiera”. I prodotti Bio, insieme ai prodotti “Free From”, rientrano a pieno titolo in questa tipologia Premium, rappresentando “un macro segmento che non conosce crisi ormai da qualche anno ed è costantemente in espansione con trend di crescita e indici di prezzo superiori rispetto alla media del mercato”.
I dati confermano gli ottimi risultati conseguiti nel 2019 da questi trend setter: senza OGM (+7,6%), senza latte/lattosio (+5,6%), senza antibiotici (+10%), senza glutine, (+2.9%), Senza/basso sale (+7%), senza zucchero (+3,4%), senza conservanti (+6,3%) a valore. Negli ultimi anni gli acquisti sono sempre più guidati da nuovi bisogni e nuovi stili di consumo, dalla salute alla sostenibilità, dalla praticità, al piacere al ritorno alla tradizione.
In collaborazione con Cibus 2020, IRI propone ogni mese agli operatori della Community Food & Beverage italiana ed internazionale, una lettura dei trend e approfondimenti dedicati al tema Food Beverage & Grocery Retail.