Casinetto: Packaging, labelling e shelf life
Strategie per il confectionery italiano negli Emirati Arabi
Dal 2009 Casinetto Food importa e distribuisce a Dubai cibo italiano di qualità, puntando su prodotti sostenibili che possono garantire un’ottima reputazione acquisita nel tempo. “La nostra mission – spiega il purchasing manager Simone Rossi – è trovare, selezionare e organizzare la logistica in maniera più efficiente e fare in modo che i consumatori possano gustare ingredienti in grado di rendere unica ciascuna ricetta”.
Nella sua partecipazione al workshop di Cibus Lab e Gdo News “La tradizione italiana dei dolci e delle ricorrenze: prospettive e criticità”, Rossi si è però soffermato in particolare sulla categoria dei prodotti dolciari. “Per noi è strategica – ha ammesso – non l’abbiamo sviluppata da molto ma sta avendo un successo notevole. Abbiamo aggiunto nuove categorie di fornitori perché l’Italia ha un forte appeal anche in questo ambito, a Dubai tutti conoscono il panettone ma trovano ampio spazio anche le altre tipologie di dolci per tutte le ricorrenze. Il mercato negli ultimi anni si è fatto sempre più affollato anche nel nostro target, che è prevalentemente quello della popolazione araba locale e della comunità di expat, affezionata anche a marchi di nazionalità inglese, americana, francese o belga”.
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(Purchasing Manager – Casinetto Food)
Quanto ai gusti e alle preferenze dei consumatori Rossi ha sottolineato: “Il prodotto non deve solo essere bello esteticamente ma deve avere anche un’etichetta leggibile sia in inglese che in arabo per rivolgersi al mercato retail. Spesso ne arrivano che hanno solo uno sticker applicato sopra a quella originale e per quanto questo risponda alla normativa ha sicuramente un appeal inferiore che ne penalizza l’estetica. È inoltre importante adeguarsi ai gusti locali perché magari una cosa che va molto bene in Italia o in Europa qui non può essere targetizzata. È poi fondamentale – ha aggiunto – la shelf life perché una durata breve obbliga al trasporto aereo visto che per far arrivare un container ci vogliono almeno venti o trenta giorni, un tempo che ha un impatto diverso. Diventa quindi utile riuscire a trovare soluzioni, anche a livello tecnologico, che aumentino la shelf life che aiuta sullo scaffale e garantisce così una vita tranquilla sia al distributore che al retail”.
“Il mercato? È frenetico e cambia di continuo – ha concluso – i prodotti sono di moda per un tempo limitato, un anno massimo due, poi cambiano. Questo è un pregio ma anche un difetto: c’è spazio per entrare ma poi è difficile rimanere nella posizione a scaffale che cambia spesso come i menu dei ristoranti. Bisogna essere pronti a capire dove tira il vento, cogliere l’occasione e spremerla fino in fondo”.
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