La lezione del Natale 2023: gli italiani tagliano sui prodotti da ricorrenza e si rimettono ai fornelli
Tra le sorprese sotto l’albero dello scorso Natale, almeno dal punto di vista del carrello della spesa, troviamo alcuni prodotti “insospettabili” che i consumatori italiani hanno mostrato di privilegiare per preparare in casa le specialità tipiche di pranzi e cene delle feste. Lo rivela una recente ricerca di Circana commissionata da Cibus e incentrata sui prodotti natalizi.
Dopo un 2022 da dimenticare, nel 2023 le vendite dei prodotti della tradizione non decollano
Specifici di un periodo ristretto dell’anno, i prodotti delle ricorrenze sono presenti sugli scaffali solo per poco tempo e concentrano le proprie vendite in poche settimane o, in alcuni casi, addirittura in pochi giorni. Reduce da una forte decelerazione in termini di volume nel 2022, determinata da inflazione, crisi energetica e aumento dei costi delle materie prime, la categoria nel 2023 non ha assistito a una riduzione dei prezzi, come ci si sarebbe aspettato nonostante il clima generale ancora incerto, con ripercussioni sulle vendite.
L’analisi di Circana si concentra su un mercato ampio, che fattura 4,6 miliardi di euro in un anno e rappresenta circa il 6% di tutte le vendite di prodotti alimentari confezionati nei negozi retail: iper, super, libero servizio, negozi tradizionali e discount. Tale mercato, formato non solo da panettoni, pandori, torroni, zamponi e cotechini, ma anche da champagne e spumanti, salmone affumicato, frutta secca e altri prodotti, ha un peso molto più rilevante nel periodo natalizio.l
Un mercato da 2 miliardi di fatturato nel periodo natalizio
Tra il 9 ottobre 2023 e il 7 gennaio 2024 si è registrato un fatturato di circa 2 miliardi, che rappresenta poco meno del 10% di tutto il Food & Beverage, peso che diventa il 12% se si restringe l’analisi al periodo che va dall’ultima settimana di novembre alla prima di gennaio. A fronte di una crescita dei fatturati del +6% sotto Natale, aumentati rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso a causa dell’aumento dei prezzi, il trend a valore si attesta a +1.7%. Considerando il periodo più ristretto, di 7 settimane, il gap si amplia: ricorrenze natalizie ferme a fronte di un +3,3% del totale mercato.
L’analisi a volume evidenzia un calo rispetto al periodo corrispondente del 2022: -2,9% nelle 13 settimane da ottobre a gennaio, che si aggrava considerando le ultime sette, da novembre a gennaio: -3,4%. Tra le categorie più in sofferenza, troviamo champagne/spumanti e caviale, che sfiora un calo del 30% nelle vendite nel periodo clou delle feste. Anche i panettoni low cost non sono stati presi d’assalto.
Dallo zucchero alle uova: la rivincita degli ingredienti
Nell’ambito di una stagione non particolarmente positiva per i mercati natalizi, dall’8 ottobre 2023 al 7 gennaio 2024 è abbastanza sorprendente notare invece crescite interessanti dei volumi, superiori a quelle della media annua, per altri mercati come pasta fresca (+1,5%) e secca (+1%), uova (+4,7%), formaggi (+3,5%), farine (+4,2%), ingredienti per pasticceria (+4,9%) e zucchero (1,2%). È utile ricordare che quest’ultimo, lo scorso anno, era andato incontro a un aumento di prezzo record, mai registrato soprattutto a livello europeo, mentre le uova non sono tornate ai livelli pre-crisi.
I dati Circana delineano dunque un quadro che mostra un carrello della spesa natalizio più pieno soprattutto per i prodotti per la cucina, ma un po’ più leggero per i classici prodotti da ricorrenza. Si conferma il trend della riduzione dei consumi, più attenti alla qualità del prodotto e orientati alla ricerca degli ingredienti per ricette casalinghe: dalla pasta fatta in casa, alle torte ai biscotti – sempre più apprezzati anche come regalo fai-da-te – fino ad arrivare alle preparazioni tipiche della tradizione gastronomica italiana come struffoli, bonet, cartellate, panforte e tanto altro.