Orva: pani morbidi salutari e mercati esteri

CibusLab

Al workshop di Cibus Lab dedicato ai panificati e a tutte le loro declinazioni hanno partecipato diversi rappresentanti di spicco dell’industria, specializzati in differenti aree della macrocategoria in questione. Anche Luigi Bravi, Amministratore delegato e Presidente di Orva, vi ha preso parte con un intervento per offrire la propria visione sul bakery industriale salato. Orva è un’azienda che opera nel settore dei panificati e fonda le proprie radici nei prodotti della tradizione, in particolare la piadina. Nel tempo l’azienda si è evoluta, espandendo la propria produzione ad altri item tra cui pani morbidi, per citarne uno in particolare. La tecnologia legata a questa tipologia di panificati, come sottolinea Bravi, è complessa e per essere sostenuta necessita di notevoli investimenti, che Orva ha messo a punto nel tempo.

 

Il consumatore finale è sempre più attento sul fronte salutistico, e tale tendenza non è sfuggita ad Orva che anzi coglie quest’esigenza e ne fa una mission per rimanere al passo con i trend che il mercato, nella sua dinamicità, impone anche al mondo dei panificati. I paesi del centro-nord Europa, in particolare, sono molto attenti alle alternative biologiche, che nell’ultimo hanno accresciuto notevolmente la propria popolarità. Orva si è mossa nella medesima direzione, sviluppando item che soddisfino tale mercato. Inutile sottolineare come la situazione pandemica abbia favorito la crescita dei panificati a lunga conservazione a dispetto di quelli freschi. La domanda che sorge spontanea è dunque se, una volta giunti al termine dell’emergenza sanitaria, il pane fresco tornerà in auge mentre la lunga conservazione vedrà calare la propria performance.

 

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(Amministratore Delegato e Presidente – Orva)

 

A prescindere dalla riposta, Bravi non ha dubbi nel ritenere la pressione promozionale uno strumento molto importante, che potrebbe rivelarsi essenziale quando la pandemia si esaurirà. Molta più incidenza detiene però Orva sulla private label, in cui rientra il 90% del business aziendale. Una percentuale così importante è giustificata dai corposi investimenti che l’azienda ha sostenuto per ampliare le tecnologie e la capacità produttive, al fine di soddisfare la grande mole di richieste del cliente. Qualità, prezzo e servizio: i primi due saranno anche prerogativa del mercato, ma l’ultimo è l’asso nella manica di Orva, che si distingue così dagli altri players. Come anticipato, il gluten free e il biologico sono tra le tendenze protagoniste del mercato, specie in quello estero, da cui Orva ricava il 20% del proprio fatturato promuovendo i segmenti citati. Senza dubbio il made in Italy dà valore aggiunto ai prodotti, ma non basta: il solo pane tradizionale non renderebbe un’azienda competitiva, per questo è necessario studiare il mercato e coglierne gli interessi. Il segmento benessere non è di esclusivo appannaggio estero, però: Orva punta a consolidare la propria linea bio e gluten free anche tra i clienti italiani.

 

 

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